Ciclo di incontri su gravidanza, maternità e paternità

Ripartono anche quest’autunno i cicli di incontri a tema proposti dallo Studio di Psicologia di Via Caposile a Roma.

Si inizia parlando della maternità e della paternità. Proveremo insieme ad approfondire alcune tematiche, per elaborare i vissuti, riflettere e condividere i pensieri, le convinzioni e le strategie in un clima emotivo di sostegno reciproco.

Per informazioni e prenotazioni monica.burato@gmail.com, telefono 3336384333

Vi aspettiamo!

Gruppo Mamme

Crisi d’ansia istruzioni per l’uso

Spesso in terapia incontro persone preoccupate di non sapere cosa fare o come aiutare una persona che sta avendo una crisi d’ansia o un attacco di panico. Il loro è un forte allarme, anche e soprattutto perché l’ansia è contagiosa e quindi la tendenza nella persona che presta soccorso è quella di fare “troppo” e “troppo velocemente” perché tutto “passi” il più in fretta possibile.

Una crisi d’ansia è un sintomo, così come lo è l’attacco di panico, di qualcosa che non va ma non sta mettendo in pericolo di vita la persona che ne sta facendo esperienza.

Detto questo vi suggerisco alcune semplici indicazioni da utilizzare nel caso vi trovaste a prestare aiuto ad una persona che sta affrontando questo tipo di difficoltà.

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Per sostenere una persona che sta attraversando una crisi d’ansia o un attacco di panico è importante:

  • cercare di rendere l’ambiente intorno a lei il più familiare possibile (chiamare un’amica, allontanare persone poco conosciute)‏
  • aiutarla a ricollegarsi alla realtà (con un contatto visivo, incoraggiandola a descrivere le cose intorno a lei se riesce a parlare)‏
  • aiutarla a ritrovare un giusto ritmo respiratorio attraverso alcuni esercizi di espirazione (trattenere il respiro, farla respirare in un sacchetto di carta, farla sdraiare per terra a pancia in giù)‏
  • Aiutarla a sentire il proprio corpo e l’ambiente intorno a sé (muovere i piedi su e giù, massaggiare i polpacci, stringere le mani)

    Chi aiuta una persona in panico deve ricordare che:

    • ogni episodio d’ansia o di panico ha un inizio e una fine
    • la persona ha bisogno di essere guidata anche nelle cose più scontante perchè è proprio di quelle che ha perso il controllo (come il respiro)
    • la persona sta male, ma non sta morendo.

Finché respiro, spero –  Dum Spiro, spero (Cicerone)

 

Il panico è il lungo dove l’indicibile acquisisce un senso

La maggior parte delle persone descrive la crisi d’ansia o l’attacco di panico come la perdita improvvisa del controllo su ciò che viene considerato scontato e abituale.

Il respiro viene a mancare, le gambe tremano, si avverte un senso di disorientamento e l’ambiente diventa pericoloso, minaccioso e ostile.

Questo insieme di sensazioni inaspettate e apparentemente inspiegabili gettano l’individuo nel terrore panico.

L’esperienza che la persona sta vivendo è nuova, anche se può non sembrarlo, e le risorse necessarie per affrontarla sembrano in quel momento scomparse o inaccessibili.

Ciò che sente è solo paura senza spiegazione.

Quello che succede è che la persona avverte in modo improvviso e inconsapevole l’impossibilità di fidarsi di sè e di ciò che lo circonda.

Come mai accade questo?

Una delle ipotesi più accreditata è che alla base della crisi d’ansia e dell’attacco di panico ci sia un’esperienza traumatica che però non ha trovato, nel suo tempo, il modo per essere vissuta.

E’ stata sepolta, negata per difesa dalla persona che l’ha vissuta e viene riattivata dalla situazione presente.

Il panico quindi, per quanto doloroso e spiacevole, da un senso e permette anche all’indicibile di essere espresso.

Attraverso il lavoro di traduzione di senso dell’attacco di panico e della crisi d’ansia anche l’esperienza traumatica può essere infine narrata e quindi trasformata in ricordo, in memoria dolorosa che però può essere respirata e infine metabolizzata.

 

 

Parole per descrivere emozioni sconosciute

Per ritrovare il respiro quando gli eventi della vita fanno serrare la gola e piegare le ginocchia è necessario trovare le parole adatte per descrivere ciò di cui si sta facendo esperienza. L’ansia e il panico sono quasi sempre eventi inaspettati. Spesso mi sento dire “non pensavo che mi sarei sentita così”, oppure ancora “non capisco cosa mi sta succedendo”. Trovare uno spazio sicuro e calmo aiuta a guardare al caos per trovargli un senso e, in questa sua narrazione, le risorse che ogni persona ha per passarci attraverso, anche con dolore, ma senza terrore.

Cominciare a giocare con le parole, inventarne di nuove, come racconta John Koenig in questo TED, è un buon modo per dare la possibilità a qualunque esperienza di essere raccontata.